Team Ineos, lo sponsor minaccia: “Se qualcuno bara, stacchiamo la spina”
“Se qualche pratica scorretta dovesse essere riscontrata nella nostra squadra, la Ineos chiuderà con il ciclismo”. Non usa mezzi termini Jim Ratcliffe, amministratore delegato del colosso chimico britannico che sponsorizza, da qualche mese, la formazione che in precedenza era legata al marchio Sky. Il dirigente inglese ha ribadito concetti che aveva già espresso in primavera, ma che sono tornati di attualità in questi giorni per via del procedimento in corso nei confronti del dottor Richard Freeman.
“Quando siamo subentrati come Ineos abbiamo controllato tutto, le procedure e i registri medici – le parole di Ratcliffe in un’intervista al Times, raccolta poi da CyclingNews – Per quei controlli ci siamo rivolti ad avvocati esterni, esaminando le procedure. Abbiamo preso molto sul serio il nostro ingresso nel mondo del ciclismo e all’epoca ci rendemmo conto che le regole e le procedure all’interno del Team Sky, al momento del nostro ingresso (che ha comportato un investimento di circa 45 milioni di euro – ndr), erano i più sofisticati nel panorama di questo sport”.
Le accuse imputate a Freeman risalgono a fatti avvenuti nel 2011. “La Ineos ha un consulente principale che controlla che tutto quanto è fatto in azienda sia nelle regole – ha dichiarato Ratcliffe – Questo stesso consulente è responsabile delle valutazioni di conformità per l’attività ciclistica. Se mai mi dirà di avere una preoccupazione in tal senso, per noi la cosa sarà finita. Il giorno in cui una simile preoccupazione entrerà nel nostro mondo, allora noi lasceremo il ciclismo. Ma non credo succederà”. E sul procedimento nei confronti del dottor Freeman, Ratcliffe ribadisce: “Tocca a Dave Brailsford affrontare la vicenda. E andando avanti, se ci saranno problemi, toccherà a lui affrontarli. Per la nostra squadra – chiarisce Ratcliffe – non sta succedendo niente”.
L’ad di Ineos ha poi sottolineato come “non mi interessa l’utilizzo di metodi per migliorare le prestazioni che non dovresti usare. Non ho alcun problema nei confronti di ‘marginal gains’ come catene o aerodinamica migliori. Quello è un aspetto che mi piace, sono cose da Formula 1. Ma non ho il minimo interesse nell’imbrogliare: non è il mio gioco”.
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